sabato 4 luglio 2009

Storia della canzone napoletana 2 ^ parte

Di qualche tempo più tardi è un altro pezzo ancora vivo nella memoria popolare, si tratta di Michelemmà, storia di una ragazza rapita dai pirati saraceni durante una delle frequenti scorrerie sul litorale campano (Michela a mare, appunto), canzone a ballo dal ritmo allegro nella quale si scorgono già i caratteri della tarantella, ballo che, pur se di origine pugliese come ben richiama il suo nome, conoscerà a Napoli le migliori fortune (è tuttavia controversa questa interpretazione, attribuendo altri il nome tarantella al dimenarsi tipico di chi viene morso da una tarantola, il "tarantolato" appunto).
In questi brani va comunque ricercato il passaggio tra "tradizione popolare" e canzone.
La prima è infatti basata sull'oralità, nel senso che la sua creazione ed il suo tramandarsi avviene sempre senza l'uso della scrittura.
La canzone invece è legata ai meccanismi della produzione colta, con tanto di spartiti e testo scritto, in questo senso i brani che abbiamo appena citato, provenienti senz'altro dalla tradizione popolare, ma successivamente trascritti da letterati e musicisti di estrazione accademica, sono da considerarsi il momento di transizione tra la tradizione musicale orale e la canzone vera e propria.



Testo di
Michelemmà
E' nata miez'o mare
Michelemmà
e Michelemmà
e' nata miez'o mare
Michelemmà e Michelemmà
oje na scarola
oje na scarola

Li turche se nce vanno
Michelemmà
Michelemmà
a reposare

Chi pe la cimma e chi
Michelemmà
Michelemmà
pe lo streppone

Visto a chi là vence
Michelemmà
co sta figliola

Sta figliola ch'e figlia
Michelemmà
Michelemmà
oje de Notare

E mpietto porta na ...
Michelemmà
Michelemmà
Stella Diana

Pe fa mori' ll'amante
Michelemmà
Michelemmà
A duje a duje
Pe fa mori' li amanti
a duje a duje

2 commenti:

  1. Molto curioso e interessante.
    Mi piace aver imparato che questo pezzo è il passaggio fra l'arte pololare e la canzone.
    Avrei milioni di domande, ma forse è meglio fartene una sola. Secondo te questo passaggio fra popolare e canzone ha tolto quel tanto di improvvisazione e contenuto di verità che c'era nella tradizione orale-cantata del canto popolare?
    Grazie
    Lorenzo

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  2. Secondo me, il "tolto" è stato poi ricompensato dalla vasta produzione accademica, pensiamo ad es., tanto per fare un nome al maestro Caruso.
    I passaggi non sono mai indolori, ma fanno parte della crescita umana e culturale.
    Così, probabilmente, è stato anche per il canto popolare improvvisato.
    Ma c'è da dire che "l'improvvisazione" nella cultura napoletana non è mai venuta del tutto meno, ancora oggi se ne ravvede, talvolta, qualcosa... specie negli artisti da strada.
    Ciao Lorenzo e grazie per il commento.

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