lunedì 28 dicembre 2009

Natale nel teatro e nella commedia napoletana


Il Natale è ormai trascorso , anche se da pochi giorni.

A casa mia , ma non solo, un pò in tutte le case napoletane e campane, durante il periodo natalizio è "d'obbligo " deliziarci con il teatro eduardiano , in special modo , visto il periodo, "NATALE IN CASA CUPIELLO" è una icona irrinunciabile.
A casa mia le battute eduardiane fanno parte del quotidiano. Talvolta non ce ne rendiamo neanche conto ..." Ma che t'avesse rata 'na mazzata ncapa?" oppure "Addumandatelo a nennillo" o ancora "Ma che brutta gent" e la classica " te piace ' o presebbio?"
ci escono spontanee ... nei discorsi normali che avvengono in famiglia, come succede anche con le battute e le "smorfie" del grande principe Totò.


Natale in casa Cupiello, è considerata dalla critica teatrale un pezzo storico del teatro partenopeo ed italiano. Questa grande opera di Eduardo de Filippo rappresenta non solo la tradizione del presepe napoletano, ma anche la stessa festività natalizia con tutti i suoi aspetti, anche quelli quotidiani come il freddo ed il gelo dell’inverno. Poiché tutta la vicenda ruota attorno al presepe, motivo di orgoglio per il protagonista/personaggio Luca Cupiello (presepe che però, come andremo tra poco a vedere, non è ben accettato dal resto della famiglia), abbiamo pensato di spendere qualche parola anche sul presepe napoletano, che può essere visto anche come un palcoscenico con tutti i suoi pastori, i suoi addobbi e le sue decorazioni che costituiscono, a nostro parere, una vera e propria scenografia teatrale.

Natale in casa Cupiello
Natale in casa Cupiello è un classico della commedia partenopea ed è una delle opere più note di Eduardo De Filippo. Fu scritta nel 1931 e rappresentata dal medesimo Eduardo con l’intera sua Compagnia “Teatro Umoristico I De Filippo”, nel 1932 al Teatro Kurssal di Napoli, dove inizialmente venne inscenato il solo atto unico del dramma. In seguito il nostro drammaturgo decise di lavorare accuratamente a questa commedia sottoponendola ad una attenta revisione e così, nel1934, si ebbe l’opera completa in tre atti. Natale in casa Cupiello entrerà a far parte del ciclo della famosa Cantata dei giorni pari, (tale ciclo comprenderà le opere comiche di stampo “petitiano-scarpettiano”, e “i giorni pari” simboleggeranno giorni lieti e di grande speranza). Protagonista della vicenda è Luca Cupiello, un uomo colpito dall’inerzia, che vive al di fuori dei suoi problemi familiari; ciò si evince dalle parole della moglie Concetta: <<…[ ] ’O ciel m’ha voluto castigà cu’ nu marito ca nun ha saputo e nun ha voluto fa maie niente. [ ] E se non era pè me, chissà quanta vote sta casa sarebbe andata sotto sopra>>; o in un’altra battuta la donna ribadisce: <<[ ] Maritemo è comme si nun ‘o tenesse…[ ] Pecché si tenesse a n’ato ommo vicino, questa storia sarebbe già finita>>. Luca Cupiello infatti si estrania sempre da tutti i suoi parenti, anzi va detto che, nessuno dei suoi cari gli permette di ascoltare i guai che invadono la sua casa, non conosce le ansie e le preoccupazioni del fratello Pasquale che vive in casa con loro, non sa le malefatte del figlio Tommasino (detto Nennillo), ed è addirittura all’oscuro della relazione extraconiugale che la sua adorata figlia Ninuccia ha con l’amante Vittorio Elia. Il protagonista desidera solo costruire il suo presepe, visto che per lui, il presepe è simbolo di uno spazio alternativo alla realtà in cui vive, anzi esso gli consente proprio di distaccarsi dalla realtà e di evadere dai problemi quotidiani che colpiscono i membri della sua famiglia. Ecco che il presepe eduardiano si carica di metafore. Alcuni studiosi ritengono che Eduardo abbia voluto proiettare nell’immagine della Sacra Famiglia il suo desiderio di un unione familiare, ossia il presepe metaforicamente indica un mondo familiare ricco di sentimenti che purtroppo sembrano non esistere più. Si ha l’impressione che la sfera degli affetti si sia del tutto sgretolata nel momento in cui si è scontrata con l’egoista società novecentesca; una società che ha perso di vista i veri valori e i sani principi morali.La commedia ha sfumature comiche, grottesche, farsesche e analizzando la tematica dell’incomunicabilità e dei contrasti familiari presenta un dramma fortemente realistico. Ermanno Contini, in un suo articolo pubblicato su “Il Messaggero”, Roma, 12 giugno 1937, scrisse che “da un atto farsesco è venuta fuori una commedia ricchissima sì di comicità, ma anche di umanità, patetica, amara, commossa [ ]”. La pigrizia di Luca Cupiello scompare quando egli si dedica alla costruzione del suo “presebbio”, l’uomo mostra un grande entusiasmo per il proprio presepe assumendo atteggiamenti tipici di un bambino; - Concetta: << [ ] Vedete se è possibile: n’ommo a chell’età se mette a fa’ ‘o Presebbio>> -. Si ricordi che il protagonista cercherà a tutti i costi di convincere il cinico e scettico figlio Nennillo che la sua creazione è degna di essere ammirata e apprezzata, tanto è vero che Luca chiederà in continuazione al figlio: <<”Tommasì, te piace ‘o presebbio?>>, fino a quando il protagonista trovandosi quasi in fin di vita, avrà finalmente avuto dal figlio il sospirato <>. Secondo il critico Francesco D’Episcopo, nella commedia Natale in Casa Cupiello, abbiamo un notevole passaggio “dal sereno presepe di cartapesta al drammatico presepe vivente che Luca e i suoi parenti rappresentano”. Donna Concetta impersona il ruolo della “povera martire” patriarca, sembra un paradosso ma è proprio lei il vero “pater familias” dei Cupiello, dato che ella si fa carico di tutti i problemi e i guai familiari. Protegge il figlio Nennillo dagli insulti del padre, ascolta gli sfoghi della figlia, ha cura dell’andamento della casa, ecc... Nennillo è un ragazzo ingenuo, infantile ed alfabetico che non ha alcuna voglia di lavorare, ha quasi trentanni e passa la sua giornata compiendo dei piccoli furti, mentre Ninuccia è una donna infelice poiché ha sposato senza amare il marito Niculino e ora vorrebbe vivere serenamente la sua nuova storia d’amore con Vittorio. Eduardo in una intervista parlando della sua commedia rivelò che per lui fu molto difficile inscenare questo dramma nella sua Napoli in quanto per la stesura dell’opera si ispirò effettivamente ad una famiglia napoletana che ebbe modo di conoscere: <<[ ] Non si chiamava Cupiello, ma la conobbi>>, (Eduardo, 1936).

PARTE INIZIALE - LUCARIELLO E CONCETTA



PASQUALE E TOMMASINO


LUCARIELLO E TOMMASINO



CONCETTA E LUCARIELLO



SCENA DIVERTENTISSIMA_LA LETTERA

venerdì 25 dicembre 2009

Tradizioni natalizie napoletane e Campane: Cenone della Vigilia e Pranzo di Natale



Il pranzo di Natale ed il cenone della Vigilia a Napoli



Il Natale napoletano è caratterizzato oltre che dal presepe, dal gioco della tombola, dalle novene dei zampognari e dal “Natale in casa Cupiello” inevitabilmente anche dal menu natalizio che nelle famiglie più legate alla tradizione è un rito irrinunciabile. Sia il cenone della Vigilia che il pranzo di Natale assumono dei caratteri ben definiti, il primo dominato dal pesce, il secondo dalle verdure e la carne. Entrambi i menu sono comunque completati dai dolci natalizi, i cui colori e profumi accompagnano tutte le feste natalizie della famiglia napoletana.

Nella fotografia in alto, gli struffoli, il colorato dolce di origine antichissima, presenza obbligata su tutte le tavole campane nel periodo natalizio.



Cenone della Vigilia (24 Dicembre)
- Spaghetti con le vongole (o lupini)
- Baccalà e capitone fritto
- Insalata di rinforzo e broccoli al limone


Pranzo di Natale (25 Dicembre)
- Minestra maritata
- Gallina al brodo
- Insalata di rinforzo e broccoli al limone


Dolci di Natale (tutte le festività natalizie)
- Struffoli
- Roccocò
- Mustaccioli
- Susamielli
- Pasta di mandorle


Per completezza va aggiunto che in molte famiglie si è soliti mangiare il giorno della Vigilia anche del pesce fresco (spigola o orata olio e limone spesso al posto del capitone, non gradito da molti), mentre a Natale si possono trovare anche dei maccheroni conditi col ragù napoletano (serviti subito dopo la minestra) ed ovviamente carne al ragu.


Questo il cenone della vigilia che ho preparato:




  • Spaghetti con le vongole
    Baccalà e capitone fritto(il capitone è solo una devozione)
    Peperoni fritti
    Insalata di mare( polipo,seppie e gamberetti)
    Insalata di rinforzo classica
    Frittura di pesce(calamari e gamberi)
    Gamberoni al forno ('mbriacati con grappa)
    Frutta secca
    Dolci tradizionali napoletani (struffoli, roccocò e mustacciuli ed in più cassata e cannoli siciliani)
    Limoncello amalfitano
    Caffè napoletano
    Vino Fiano del Cilento


    Il pranzo di Natale di oggi
    Antipasto classico(prosciutto e mozzarella con l'aggiunta di verdure sott'olio e sottaceti)
    Minestra maritata( per devozione)
    Conchiglioni ripieni al forno
    Pollo arrosto con patate
    Agnello alla brace con piselli
    Insalata di rinforzo classica
    Frutta di stagione + ananas
    Dolci natalizi napoletani + panettone e pandoro
    Limoncello e fragolino
    Spumante italiano
    Caffè napoletano
    Vino Aglianico del Taburno





Una scena da "Natale in casa CUPIELLO"....

sabato 19 dicembre 2009

San Gregorio Armeno, la via dei presepi



La tradizione presepiale non può prescindere da Napoli, la nostra bella città là dove l'arte del presepe coinvolge e seduce per tutto l'anno ma, ovviamente, nel periodo natalizio l'atmosfera è resa ancora più incantevole per la presenza dei numerosi mercatini che si concentrano soprattutto nel suo cuore più antico, quello di San Gregorio Armeno, in un dedalo di vicoli che si colorano di vita e di luci.
Passeggiando tra le caratteristiche botteghe, si possono ammirare i capolavori degli artigiani che espongono ogni anno le loro novità; non si può perdere l'occasione di acquistare una delle tante statuine che ritraggono i tradizionali personaggi legati alla Natività oppure caricature di vip o altri soggetti legati al mondo della politica e del gossip.


Una strada stretta e in salita, posta nel cuore di Napoli, ospita centinaia di botteghe e laboratori artigiani di "arte presepiaria". Il presepio, si sa, è una tradizione antica e ricchissima a Napoli e questa via ne è il fulcro. Già ai primi di novembre, è difficile camminare, guardare, fotografare. A dicembre, vicino alle feste, è impossibile anche provarci. Il presepe si costruisce l'8 dicembre. Si tira fuori le casette e la grotta, oppure l'ambiente già predisposto, che verrà animato dalle statuette dei pastori. E' di buon augurio aggiungerne una ogni anno.


Le botteghe sono piene di statuine. Se non bastano gli scaffali, gli angeli possono volare appesi a nastri colorati. La scelta è incredibile: ci sono statuette di ogni foggia e colore, ci sono i mercanti, i pastori, le statue vestite, quelle di gesso, quelle piccolissime, anche solo 2 o 3 centimetri, e quelle più grandi, fino a 30.
Il presepe napoletano non è solo artigianato e tradizione popolare ma rappresenta anche una forma di elevata espressione artistica da ammirare presso il Museo di San Martino dove è conservata la più grande raccolta presepiale d' Italia. Courtesy of©Portanapoli.com