Gli artisti artigiani di Napoli, si sa, in fatto di presepi non badano a limitazioni di sorta. Già in passato ci hanno abituati con statuine di vario genere con le fattezze di personaggi di spicco del mondo politico, dell'informazione e dello spettacolo. Quest'anno che ci sarebbero tante statuine in terracotta da fare, riproponendo le perle regalateci da Silvio Berlusconi, i presepi napoletani pare siano tematizzati sui rifiuti, proprio come quello che si può vedere in queste foto dove le statuine sono munite di mascherine e di fazzoletti per salvar il naso dagli odori dell'immondizia sparsa per le strade del capoluogo campano.
E non solo i maestri di San gregorio hanno tematizzato ma anche gli alunni delle scuole napoletane rilanciano e presentano i presepi fatti di rifiuti, sacchi, buste, confezioni, lattine, bottiglie e persino ritagli di giornale che richiamano le promesse di superguido Bertolaso ed il nano Berlusconi.
Natale tutto l'anno
A San Gregorio Armeno è Natale tutto l'anno. In tutti i mesi, anche quando fa caldo e il Natale è lontano, i maestri sono all'opera per costruire i tipici presepi in sughero e i pastori in terraccotta. L'atmosfera di San Gregorio Armeno comincia a riscaldarsi a novembre ma è dicembre il mese in cui la strada è è gremita di gente a ogni ora del giorno. Ogni maestro presepiale sa consigliare perfettamente il suo cliente rispetto al significato, il simbolo e l'uso di ogni pastore.
A san Gregorio anche i Presepi sono affollati
I pastori devono essere di terracotta che, essendo più plasmabile e flessibile del marmo o della pietra, si presta meglio a rendere anche l'anima del pastore oltre alla sua fisionomia. Gli artigiani sono molto affezionati all'antica arte napoletana presepiale ma per essere al passo con i tempi hanno dovuto accettare che in un presepe ci sia non solo il signor Pulcinella con la moglie Colombina, ma anche osti, macellai e pescivendoli che esibiscono in canestri, secchi e ceste tutto il mondo ittico-gastronomico della città. Un presepe all'antica, classico, dovrebbe essere costituito da pochi personaggi: il Bambino Gesù, la Madonna, san Giuseppe, l'asino e il bue, il ciaramellaro e i re Magi. Ma hanno importanza anche altre figure come quella di Benino, che dorme mentre aspetta la nascita del Sacro Bambino, il cacciatore, il monaco questuante, la zingara pagana, i due spassosi scrivani Razzullo e Sarchiapone, le leggendarie "accademie", ossia mendicanti in ginocchio che indossano solo un perizoma, e le "mezze accademie" che hanno solo il torso scoperto, che adorano il Bambino e implorano grazie e benedizioni. Diciamo quindi che i diecimila altri personaggi che affollano il presepe sono degli estranei, ma senza questi intrusi l'arte presepiale non si sarebbe mai evoluta così tanto. Nella bottega del macellaio, ad esempio, i grumi di sangue e le interiora sono dipinte con un rosso cupo molto particolare e i laghi e i mari hanno delle sfumature di azzurro veramente sorprendenti. Tutti questi soggetti che si mescolano tra loro e colorano il presepe lo rendono un affresco vivo e realistico, di una Napoli che ancora esiste.
E quest'anno non potevano certo mancare loro, i "grandi" protagonisti degli ultimi tempi... I RIFIUTI! :DDD
A San Gregorio Armeno è Natale tutto l'anno. In tutti i mesi, anche quando fa caldo e il Natale è lontano, i maestri sono all'opera per costruire i tipici presepi in sughero e i pastori in terraccotta. L'atmosfera di San Gregorio Armeno comincia a riscaldarsi a novembre ma è dicembre il mese in cui la strada è è gremita di gente a ogni ora del giorno. Ogni maestro presepiale sa consigliare perfettamente il suo cliente rispetto al significato, il simbolo e l'uso di ogni pastore.
A san Gregorio anche i Presepi sono affollati
I pastori devono essere di terracotta che, essendo più plasmabile e flessibile del marmo o della pietra, si presta meglio a rendere anche l'anima del pastore oltre alla sua fisionomia. Gli artigiani sono molto affezionati all'antica arte napoletana presepiale ma per essere al passo con i tempi hanno dovuto accettare che in un presepe ci sia non solo il signor Pulcinella con la moglie Colombina, ma anche osti, macellai e pescivendoli che esibiscono in canestri, secchi e ceste tutto il mondo ittico-gastronomico della città. Un presepe all'antica, classico, dovrebbe essere costituito da pochi personaggi: il Bambino Gesù, la Madonna, san Giuseppe, l'asino e il bue, il ciaramellaro e i re Magi. Ma hanno importanza anche altre figure come quella di Benino, che dorme mentre aspetta la nascita del Sacro Bambino, il cacciatore, il monaco questuante, la zingara pagana, i due spassosi scrivani Razzullo e Sarchiapone, le leggendarie "accademie", ossia mendicanti in ginocchio che indossano solo un perizoma, e le "mezze accademie" che hanno solo il torso scoperto, che adorano il Bambino e implorano grazie e benedizioni. Diciamo quindi che i diecimila altri personaggi che affollano il presepe sono degli estranei, ma senza questi intrusi l'arte presepiale non si sarebbe mai evoluta così tanto. Nella bottega del macellaio, ad esempio, i grumi di sangue e le interiora sono dipinte con un rosso cupo molto particolare e i laghi e i mari hanno delle sfumature di azzurro veramente sorprendenti. Tutti questi soggetti che si mescolano tra loro e colorano il presepe lo rendono un affresco vivo e realistico, di una Napoli che ancora esiste.
E quest'anno non potevano certo mancare loro, i "grandi" protagonisti degli ultimi tempi... I RIFIUTI! :DDD
A testimoniare la concezione "filosofica" della vita di questo popolo, che subisce e metabolizza e, come si suol dire, " sa piglia pa ammor e-DDio"!!!Unico al mondo per questa grande capacità di ironizzare con fare sarcastico i "drammi" che, purtroppo, vive!
UN PO' DI STORIA
La caratteristica strada del poetico artigianato presepiale è Via San Gregorio Armeno.Questa strada, nota in tutto il mondo, era detta platea nostriana perchè quì, il quindicesimo vescovo di Napoli San Nostriano, fece costruire le terme per i poveri. Ma la strada, situata nella regione augustale, assume anche un importante valore religioso perchè il vescovo Agnello edificò la prima basilica - all'interno della città dedicata a San Gennaro. Questa chiesa è ancora oggi visitabile, seppur interamente modificata durante i secoli. Tra gli altri monumenti presenti va certamente messo in meritato rilievo il monastero di San Gregorio Armeno. Sulla storia di questo monastero, viste le numerose modifiche al primitivo impianto monastico e le numerose annessioni di edifici, o parte di essi, consiglio il lettore a maggiori approfondimenti. La strada ha mantenuto per secoli quella vitalità che ancora oggi la contraddistingue. Questo non solo per le notevoli strutture presenti durante tutta la sua storia, ma anche perchè cardine capace di connettere il vero centro della città antica (area oggi identificabile in parte con piazza San Gaetano) con le principali arterie (via San Biagio dei Librai, via Tribunali ). Una strada percorsa durante i secoli da ogni cittadino napoletano.A queste ed altre ragioni si deve la concentrazione di attività artistiche e commerciali. Era quì il centro artistico culturale ove erano fiorenti nel passato le botteghe di artisti, pittori, scultori, argentieri, intagliatori, doratori che con la loro sapiente arte hanno reso famosi chiese e palazzi che ancora oggi ammiriamo. Ho detto la Napoli culturale perchè basta pensare che a pochi passi da questa strada è Via San Biagio dei Librai. Quì, in un palazzo che ha oggi anche accesso dalla stessa via San Gregorio Armeno, un libraio diede i natali a Gian Battista Vico. Più avanti, a pochi passi da piazza san Domenico Maggiore, vi è una lapide che ricorda la dimora di Francesco de Sanctis. Nelle vicinanze troviamo anche Palazzo Filomarino, dimora di Benedetto Croce.Ma delle attività artistiche del passato, cosa è rimasto nella ancor oggi splendida via San Gregorio Armeno? La risposta sincera è: assai poco. Senza falsa modestia devo ricordare, nel palazzo di Michele Tenore - fondatore dell ' Orto Botanico di Napoli la nostra bottega che con una attività di circa duecento anni continua la raffinata scuola scultorea napoletana ed il restauro. Ma quanto attrae maggiormente il turismo è la fiorente produzione di pastori in terracotta. Ed ecco i Ferrigno, i Giannotti, i Maddaloni: tuttidi antica tradizione famigliare. A dare incremento a questa produzione di artigianato artistico furono dapprima l'Associazione Napoletana Amici del Presepio, poi l'Azienda di Cura e Soggiorno di Napoli che seppe incoraggiare con premi in denaro ed attività culturali. In questi ultimi anni va riconosciuta una maggiore attenzione da parte del Comune di Napoli. Nel mese di dicembre è tutto un presepe. Folle di visitatori, scolaresche di ogni parte del mondo affollano incessantemente questa strada che sembra appartenere al mondo dei sogni.
Prof. Antonio Lebro
BUON
NATALE !!!